Le 6 Piante Ricadenti che non Possono Mancare in Casa
Scritto da Massimo Tortorici, 7 Feb 2022. Pubblicato in Caffè Tropicale.
Quante volte vi è capitato di meravigliarvi ammirando una bella pianta ricadente appesa sopra il bancone di un bar, penzolante nella vetrina di un negozio, o posizionata a cascata in cima ad una libreria o su una mensola nel soggiorno di un’amica/o? Ora, 9 volte su 10 quella pianta è un “Epipremnum Aureum”, meglio noto come “Pothos”. Però di piante che hanno queste caratteristiche ce ne sono molte e vi assicuro che una volta che cominciate con una, difficilmente vi fermerete lì. Piuttosto, dovrete stare attenti a non farvi prendere la mano, potreste finire col montare una mensola al mese in giro per casa, solo per il gusto di posizionarci sopra la vostra nuova pianta ricadente. Eccovi qui le 6 ricadenti che non potete non avere!
Pothos
Partiamo dalla più diffusa. Perché lo è? Ovviamente perché è in assoluto una delle piante più facili da curare! Il Pothos è una pianta che regge abbastanza bene ad eventuali maltrattamenti. Che ci sia poca luce o troppa, che lo innaffiate troppo poco o eccessivamente, che si becchi sbalzi d’aria o sia esposto a 30 gradi fissi, il Pothos è in grado di reggere l’urto. Certo, non esagerate eh! E non pensate sia in grado di subire tutto ciò senza alcuna conseguenza. Però i rami spessi e robusti, le foglie turgide, il ritmo di crescita e soprattutto i nodi super reattivi, fanno del Pothos una pianta in grado di rigenerarsi facilmente, anche nelle condizioni più insperate. I nodi, sì, quelle protuberanze presenti sui rami praticamente in corrispondenza di ogni foglia: metteteli in acqua e spunteranno nuove radici dopo pochi giorni; tagliate il ramo poco sopra ad uno di essi e ne spunterà una nuova foglia, e quindi, un nuovo ramo. Per il resto, a livello decorativo nulla da dire: le foglie grandi e una buona velocità di crescita, vi permettono di riempire lo spazio aereo che desiderate in un tempo relativamente breve. La varietà più diffusa è quella base (Epipremnum Aureum), ma se volete colori più particolari, andate sul Pothos Neon, con foglie di un verde talmente chiaro da sembrare giallo, oppure sul Pothos Marble Queen, con foglie dalle striature bianche e delicate. Ne volete uno bicolore? In questo caso, prendete un Pothos ‘Njoy, foglie misto verde/panna irresistibili!
Scindapsus Pictus
Una pianta molto simile alla precedente, talmente simile da aver dato il nome, per diversi anni (e tuttora accade spesso) all’Epipremnum Aureum, spesso chiamato Scindapsus Aureus. La realtà è che stiamo parlando di due piante diverse. Lo Scindapsus Pictus, in comune con il Pothos, ha solo la forma delle foglie, per il resto è tutto leggermente diverso, più delicato. I rami sono più sottili, la consistenza delle foglie diversa, i nodi più piccoli, le radici meno possenti. Anche il ritmo di crescita è più contenuto, più lento. Tutti questi aspetti potrebbero renderlo meno accattivante di un Pothos, ma in realtà l’eleganza delle foglie di Scindapsus Pictus ha pochi eguali. Le screziature argentate ne fanno in assoluto una delle piante più iconiche e, aggiungo, ipnotiche, degli ultimi anni. La varietà più diffusa è l’Argyraeus, che ha foglie con un buon bilanciamento verde scuro/argento, ma ci sono altre varietà, come l’Exotica o la Silver Splash, che possono garantirvi foglie più grandi e più sbilanciate sull’argento o sul verde, a seconda dei vostri gusti.
Philodendron Scandens
Eccoci al secondo sosia del Pothos. Foglie a forma di cuore, nodi reattivi, foglie nuove che vengono fuori ciascuna dalla precedente…però neanche questo è un Pothos! Il Philodendron Scandens è, come dice il nome, un membro della famiglia dei Filodendri. Il piccolino di casa non è però meno affascinante dei cugini gigantofolia. Anzi, ormai si è conquistato la sua porzione di pubblico. Nello specifico, due sono le varietà più conosciute, una l’opposto dell’altra, per definizione: il Philodendron Scandens Micans, dalle foglie verde scuro, un verde con riflessi di un lucido così particolari da far sembrare le foglie vellutate; il Philodendron Scandens Brazil, dalle foglie di un misto verde/giallo, dalle tonalità così accese da ricordare, appunto, i colori della bandiera brasiliana. Due varietà capaci di evocare emozioni profondamente diverse, ma proprio per questo, da avere in simultanea, per poterne godere a seconda dello stato d’animo del momento.
Eschinanto
Qui si entra in un mondo diverso, rispetto a quello delle Aracee, famiglia alla quale appartengono le tre piante viste finora. L’Eschinanto non ha nodi sui suoi rami, condizione questa che non gli permette di poter crescere in verticale, aggrappandosi ad eventuali sostegni tramite le radici aeree nate dai nodi. L’Eschinanto è semplicemente ricadente. E tremendamente cespugliosa. Ce ne sono tante di varietà di Eschinanto, detto anche Aeschynanthus o “Pianta del Rossetto”. Perché? Per i suoi bellissimi fiori tubulari color rosso fuoco! La fioritura, che si verifica in pieno inverno, è sicuramente il punto di forza dell’Eschinanto. Anche le foglie di un bel verde acceso hanno il loro fascino. L’unico problema è mantenerle in salute. Spesso, per carenza di nutrienti o per l’assenza di una o più condizioni ideali, l’Escinanto (può essere chiamato anche così) può perdere le foglie su uno o più rami. In questo caso potateli e dove prima c’erano foglie spunterà qualche nuovo ramo, in grado di rinfoltire la vostra pianta. Quali sono le condizioni ideali? Tanta luce indiretta, un buon livello di umidità e acqua a sufficienza (niente ristagni nel sottovaso, mi raccomando).
Ceropegia Woodii
Eccoci arrivati a quella che forse è la pianta ricadente dall’aspetto più delicato: la Ceropegia Woodii! Amatissima per le sue foglioline a forma di cuoricino che spuntano dai rami esili, questa pianta non a caso viene anche chiamata “Collana di Cuori”. Come intensità di colore siamo sulle stesse frequenze dello Scindapsus Pictus, ma l’uso che ne va fatto è diverso. La Ceropegia Woodii, infatti, si presta molto bene ad essere appesa davanti ad una finestra (sopporta meglio il sole diretto, ma sempre meglio se la finestra è esposta a nord), o su una mensola, avendo foglie e rami piccoli. Lo sfondo chiaro è fondamentale per mettere in risalto le sue foglioline, su una libreria rischia di non risaltare come si deve. La Ceropegia Woodii è una pianta abbastanza semplice da tenere, basta non innaffiarla troppo. Meglio bagnarla per sub-irrigazione (30 minuti circa tramite sottovaso), per evitare che un terriccio troppo a lungo umido in superficie possa indurre marciume del colletto. Non avete scuse, lo spazio per lei lo trovate di sicuro.
Senecio Rowleyanus
Tra le piante proposte questa è di sicuro quella fuori dagli schemi! Le foglie sono TUTTO: eh sì, non sono pisellini verdi, ma vere e proprie foglie. Oltre alla forma, un altro aspetto super originale sono le strisce traslucide che le attraversano. Queste caratteristiche hanno fatto guadagnare al Senecio Rowleyanus, il nomignolo di “String of Pearls” (Collana di Perle), ma dalle nostre parti è molto conosciuta come “Pianta del Rosario”. Nomignoli a parte, il Senecio Rowleyanus si differenzia da tutte le altre piante ricadenti citate in questo articolo, per il fatto di essere una pianta succulenta. Ciò vuol dire che il terreno nel quale la si coltiva deve essere differente (più sabbioso, come di solito è quello specifico per piante grasse), ma soprattutto che bisogna stare molto, ma molto, attenti con le annaffiature. Il marciume è dietro l’angolo, se decidete di tenerla dentro casa dovrete tenere a freno le mani e innaffiare sempre per sub-irrigazione, in modo da lasciare asciutto lo strato più superficiale del terriccio. La luce è fondamentale, dev’essere bella intensa. Il Senecio Rowleyanus tollera bene anche qualche ora di sole diretto, quindi, potrebbe cavarsela anche appeso davanti ad una finestra. Comunque, sta benissimo anche su una mensola, ma è dentro una Testa di Moro che trova la sua casa naturale.
Considerazioni Finali
Quelle trattate in questo articolo, sono solo alcune delle possibili piante con le quali potete abbellire le vostre librerie e mensole. In generale, una scelta vincente e di impatto, può essere quella di combinare una o più varietà della stessa pianta o di piante simili. Ad esempio, io trovo che un Philodendron Scandens Micans stia molto bene a penzolare accanto ad uno Scindapsus Pictus Exotica; ma le combinazioni possono essere molteplici. L’importante è non fermarsi al primo Pothos. Vedrete, non ve ne pentirete.