Alcune semplici regole per non far morire le vostre Tillandsie
Scritto da Massimo Tortorici, 23 Ott 2024. Pubblicato in Caffè Tropicale.
Considerare le Tillandsie delle vere e proprie piante è il primo passo. Curarle in maniera completamente diversa dalle altre piante è il passo successivo.
Capita spesso ti scovare, nei mercatini di piccoli artigiani, siano questi legati al mondo delle piante o non, eleganti oggetti decorativi, da tenere sospesi tramite un gancio, da esporre poggiati, o da appendere al muro. Il comun denominatore è l’elemento “verde” incluso nel prodotto, vale a dire la Tillandsia. Già, quella strana pianta che non sembra appartenere al regno vegetale: niente radici, strane foglie, spesso di colore non convenzionalmente verde, e quasi sempre integrate in altri elementi, a formare, appunto, un oggetto decorativo. Che ve le abbiano regalate o le abbiate comprate per voi, trattandosi comunque di piante, c’è una sola domanda che dovete porvi, prima ancora di capire dove collocare quell’oggetto decorativo: come si curano le Tillandsie? Di quanta luce hanno bisogno? Di quanta umidità? Come si tengono vive e magari le si fa crescere? Proviamo a parlarne in questo articolo, cercando anche di sfatare qualche falso mito.
Le Tillandsie non sono piante autonome
Il principale falso mito legato alle Tillandsie è proprio nel titolo di questo paragrafo. Le Tillandsie non sono piante autonome. Sono piante, per l’appunto, e quindi, come tutte le piante, hanno bisogno di determinate cure. Cioè, nel momento in cui mettiamo in casa un oggetto decorativo che ha nella presenza di Tillandsie una delle sue caratteristiche principali, dobbiamo già sapere che quella “cosa” verde o grigio-verde che ci piace tanto, non può “campare d’aria”. Già, non basta l’umidità del nostro bagno. Né tantomeno è sufficiente spruzzarla una volta ogni tanto. Se pensate che basti così poco, state certe/i che la vostra Tillandsia avrà vita breve e che poi vi ritroverete un quadretto, un’ampolla, o qualunque altro supporto decorativo senza la vera protagonista, e quindi spoglio, inutile. Per capire come mantenere una Tillandsia bisogna tornare alle origini, e cioè, come avviene per tutte le piante, soprattutto quelle tropicali, inquadrare il contesto in cui vivono e prosperano in natura.
Come e dove vivono le Tillandsie in natura
Originarie delle zone umide di centro e sud-america, le Tillandsie sono anche chiamate “Air Plants” e cioè letteralmente “piante dell’aria”. La ragione è semplice: l’esiguo apparato radicale delle Tillandsie serve loro solo ad ancorarsi ad un sostegno (un po’ come le Orchidee e come tutte le “epifite” in generale), mentre per nutrirsi utilizzano le foglie. La Tillandsia, cioè, massimizza l’umidità ambientale (e anche le piogge), incamerandola attraverso le foglie, nello specifico attraverso micro-strutture chiamate “tricomi”. Simili agli stomi, questi pori, fondamentali per l’assorbimento dell’umidità, in molti casi servono anche a schermare la Tillandsia da eventuali raggi diretti. Ora, immaginate di trovarvi nello Yucatan nel bel mezzo di una foresta lussureggiante, l’umidità del giorno, quella notturna, le tipiche piogge tropicali. Ecco, ora tornate a casa vostra, l’ambiente più umido magari, il bagno. Secondo voi una Tillandsia sarà mai in grado di cavarsela da sola, o con qualche nebulizzazione ogni tanto? La risposta la conoscete già.
Nebulizzazione
Appurato che le Tillandsie hanno bisogno di molta umidità per stare al meglio, dobbiamo calarle nella realtà delle nostre abitazioni e della nostra routine/impegni quotidiani. È chiaro che non potremo mai garantire l’umidità di una foresta tropicale. Quello che possiamo fare è adottare una soluzione pratica e veloce, da adottare più o meno quotidianamente, giusto per farla sopravvivere: nebulizzare dell’acqua. Non semplice acqua del rubinetto, soprattutto se questa è molto calcarea. Il rischio è che nel tempo i “tricomi”, i pori presenti sulle foglie deputati al nutrimento, possano otturarsi. Meglio quindi usare acqua minerale, micro-filtrata, o del rubinetto ma solo se fatta decantare 24-48h. Anche l’acqua distillata va benissimo. Il consiglio è di tenere da parte un flaconcino con nebulizzatore contenente l’acqua per le vostre Tillandsie e di adottare la routine di dare 3-4 spruzzate al giorno. Fondamentale che l’acqua fuoriesca miniaturizzata e che questo venga fatto almeno a 30 cm di distanza. Il motivo? Evitare pericolosi ristagni idrici tra le foglie.
Bagnetto ricostituente
Ok nebulizzarle, ma volete mettere un bel bagno in una vaschetta piena d’acqua? Fare un bagno ogni tanto è fondamentale per le Tillandsie “casalinghe”. La nebulizzazione quotidiana è infatti una soluzione tampone, ma il grosso dell’acqua bisogna farglielo prendere con un bel bagno. La durata del bagno sarà direttamente proporzionale alla frequenza che intendete adottare e al numero di giorni di autonomia che volete dare alla vostra Tillandsia. Facendo due esempi pratici: nella stagione estiva, nei periodi in cui sarete in casa, basterà fare un bagnetto di 5-10 minuti ogni 2 settimane, considerando però anche le nebulizzazioni quotidiane; il giorno prima di andare in vacanza 15 giorni, sarà invece necessario fare un bagnetto di mezz’ora, per dare alla vostra Tillandsia la possibilità di incamerare più acqua. In inverno, con metabolismo più lento causa meno luce, basterà fare un bagnetto al mese. In ogni caso, tenete conto che quando i margini delle foglie della vostra Tillandsia si chiudono verso l’interno, vuol dire che è arrivato il momento del bagno. Usare sempre acqua a temperatura ambiente, poco o per nulla calcarea, come riportato nel paragrafo precedente.
L’importanza dell’acqua piovana
Volete portare la salute delle vostre Tillandsie al livello successivo? La risposta è: pioggia. No, non dovete metterla sotto la pioggia. Basterà raccogliere acqua piovana, metterla da parte, e usarla per i bagnetti. L’acqua piovana è infatti ricca di azoto, elemento fondamentale per la crescita rigogliosa di qualsiasi pianta, Tillandsie incluse, e rappresenta quindi il modo migliore per nutrire al meglio le vostre Tillandsie. Vedrete, quasi cambieranno forma dopo un bagnetto in acqua piovana! In alternativa, è possibile utilizzare concime per orchidee, diluito a ¼ o più rispetto a quanto espresso in etichetta.
Attenzione ai ristagni (e alla luce)
Sia che nebulizziate, o che gli facciate il bagno, è importantissimo evitare i ristagni idrici. Nel primo caso, basterà avere un nebulizzatore che miniaturizzi bene l’acqua (no gocce grandi) e spruzzare a una distanza di almeno 30 cm; nel caso del bagno, invece bisognerà scrollare bene la vostra Tillandsia a fine bagnatura, in modo da far cadere giù eventuali gocce d’acqua intrappolate nelle ascelle fogliari. In natura le Tillandsie non hanno problemi di ristagno, l’aria, il vento, fanno il loro dovere. In un ambiente tranquillo come un appartamento, bisogna organizzarsi con altro (vietato usare l’asciugacapelli!). Un aspetto da non sottovalutare: proprio perché le Tillandsie sono piante a tutti gli effetti, che in natura vivono in ambienti con luce intensa, è importante assicurare loro la giusta dose di luce, diffusa meglio che diretta. Non fate che le mettete in un bagno cieco!
Considerazioni finali
Oltre alle semplici cure di cui necessitano le Tillandsie, una cosa è certa: sia che compriate un oggetto decorativo comprendente una Tillandsia, o che vi inventiate voi un modo originale per esporla, è molto importante pensare alla praticabilità della manutenzione. In qualsiasi modo questa sia ancorata ad un supporto, deve sempre esserci un modo sufficientemente semplice di sganciarla per permettervi di farle un bel bagnetto ogni tanto; allo stesso modo il supporto deve poter sopportare nebulizzazioni quasi quotidiane, senza rovinarsi. Sembrano due aspetti scontati, ma dando un’occhiata a cosa si trova in giro, non lo sono per niente. La salute della Tillandsia prima di tutto!