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Sub-irrigazione: un ottimo metodo per bagnare le piante da interno

Scritto da Massimo Tortorici, 21 Gen 2025. Pubblicato in Caffè Tropicale.

Alla scoperta di un metodo di bagnatura semplice quanto efficace nella cura delle piante da interno.

Quante volte abbiamo visto pollici verdi nei film, nelle illustrazioni, nei cartoni animati, innaffiare le piante col classico annaffiatoio? La posa plastica, in piedi davanti alla “fortunata”, la mano sul fianco…perfino il buon Nanni Moretti nel film “Bianca” lo fa, anche se a dire il vero in quella circostanza non andava benissimo (andate a vedervi la scena, un vero cult)! Bene, quello è il metodo classico, che funziona praticamente sempre per le piante da esterno, quelle che teniamo in balcone, patio, giardino. Ma per le piante da interno va doverosamente tenuta in considerazione un’alternativa molto interessante, oggetto di questo articolo: la sub-irrigazione.

Capillarità vs. gravità

Sub-che? Direte voi. Facciamola facile: come bagnate le orchidee? Ecco, la sub-irrigazione non è che quel metodo lì, e cioè bagnare il terreno dal basso, attraverso i fori di drenaggio sul fondo del vaso, invece che dall’alto. Il principio è semplice: in sostanza, con la sub-irrigazione, l’acqua bagna il substrato per capillarità, e cioè viene inizialmente assorbita dalla parte più bassa del substrato, per poi bagnare gradualmente le parti via via superiori. Rispetto al metodo classico (dall’alto) la differenza è sostanziale: in questo caso infatti la gravità e la porosità del substrato fanno sì che l’acqua in eccesso venga scaricata dai fori di drenaggio. Possiamo quindi dire che, bagnando dall’alto, il terriccio all’interno del nostro vaso si bagna tutto ma in maniera non uniforme. Con la sub-irrigazione invece l’acqua penetra lentamente in tutti gli spazi del substrato. Si può regolare facilmente la quantità di acqua somministrata usando un sottovaso adeguato alla dimensione del vaso; riempiamo il sottovaso di acqua e, in base a quanto lo lasceremo, il substrato assorbirà. Quindi, se si vuole bagnare circa la metà più bassa del terriccio, per un vaso piccolo dovreste tenere la pianta “in infusione” 10-15 minuti, se il vaso è medio-grande, quindi con più terriccio da bagnare dovrete tenerla mezz’oretta. A fine tempo potete gettare via l’acqua rimasta.

Variabili che possono incidere sul metodo

Ci sono delle variabili di cui tenere conto, se si vuole applicare il metodo con successo:

  • Il contenitore usato per bagnare: abbiamo parlato del sottovaso, ma se “immergete” il vaso in un catino l’acqua, questa entrerà molto più velocemente all’interno. Se con il sottovaso (acqua all’esterno del vaso alta 2-3 cm) ci mettete 30 minuti a bagnare la metà più bassa del terriccio, con un livello dell’acqua esterno al vaso molto più alto potreste impiegare uno o due minuti a bagnare la metà più bassa del terriccio.
  • Fondo del substrato: vale a dire argilla espansa. Spesso vi dicono di metterla sul fondo del vaso e in alcuni casi può anche starci. Tenete però conto che l’argilla espansa l’avete messa sul fondo per drenare e quindi non assorbire troppo l’acqua in eccesso. Quindi, se vorrete sub-irrigare con successo, dovrete stimare l’altezza del fondo di argilla espansa e far in modo che l’acqua fuori dal vaso salga oltre di 2-3 cm. L’argilla espansa alza il fondo del vaso, e quindi voi dovrete partire da più in alto, altrimenti il metodo non funziona.
  • Piante assetate: se provate a bagnare per sub-irrigazione una pianta assetata, che però ha le radici ancora sane e non secche, state sicure/i che non appena l’acqua le toccherà, le radici tireranno su con estrema rapidità. In questi casi è raccomandabile fare un secondo giro d’acqua, riempendo nuovamente il sottovaso. Questa situazione può facilmente presentarsi in primavera-estate, un po’ meno in autunno-inverno, periodo in cui le piante sono molto più “ferme” a livello metabolico.

Perchè è molto utile sub-irrigare in inverno

L’inverno appunto. In inverno usare la sub-irrigazione come metodo di bagnatura può rivelarsi una scelta molto azzeccata. Come accennato nel paragrafo precedente, e come già approfondito in altri articoli sull’argomento, in inverno le piante consumano molto meno. Facendo meno fotosintesi, le radici asciugano il terriccio molto più lentamente di quanto non avvenga in estate (in cui tra l’altro aumenta la traspirazione fogliare causa caldo); il substrato in pratica rimane molto più umido e molto più a lungo. Capite bene che per molte piante da interno una condizione simile può far marcire qualche radice, sfociando anche in un più grave marciume radicale. La soluzione è semplice: sub-irrigate! Se lo fate correttamente terrete la vostra pianta molto più asciutta. Potrete anche “sbagliare”, anticipando di qualche giorno la bagnatura; in ogni caso la pianta sarà più asciutta del caso in cui la bagnaste dall’alto. Attenzione ad applicare il metodo nel modo giusto: sottovaso, penetrazione dell’acqua graduale e stop dopo un tempo concordato. Se vi dimenticate l’acqua lì, si potrebbe anche bagnare tutto il terriccio e a quel punto avrete fatto peggio. Ricordate, con la sub-irrigazione l’acqua penetra ovunque. Svuotate il sottovaso, ad un certo punto.

Piante da sub-irrigare tutto l’anno

Non solo in inverno. In casi specifici, la sub-irrigazione può essere una vera manna, se non una necessità, in tutte le stagioni dell’anno. Quali casi? Tutti quelli in cui la pianta in questione ha struttura e caratteristiche botaniche che la rendono meno affine al metodo classico di bagnatura dall’alto.
Facciamo un paio di esempi: Begonia Ferox, Masoniana, e in generale tutte le Begonie a portamento cespuglioso. La cosa da evitare a tutti i costi è il ristagno idrico tra le foglie. Una Begonia tenuta all’interno, senza vento, potrebbe rimanere troppo umida nella parte aerea più fitta, vicino al terriccio, e questo potrebbe provocare marciume del colletto. Meglio sub-irrigare, superficie terrena e fusti rimarranno asciutti. Un altro esempio è il Senecio Rowleyanus: pianta succulenta che, oltre a voler stare più asciutta dentro il vaso, vuole stare asciutta fuori dal vaso. Soprattutto quando è fitta, il rischio che i fusti alla base rimangano molto umidi, se non addirittura bagnati, è molto alto, sempre se parliamo di un Senecio tenuto indoor. Con la sub-irrigazione non ci saranno rischi. Stesso discorso lo possiamo fare per altre piante con caratteristiche simili ai nostri due esempi, e cioè Ceropegia Woodii, Rhipsalis, Felci, etc.

Sub-irrigazione per altri scopi

Piccolo “paragrafo bonus” per suggerire un altra situazione in cui può convenire sub-irrigare: l’adattamento di una talea radicata da acqua a substrato. Sappiamo che questo passaggio è molto delicato, bisogna trovare il giusto equilibrio di umidità in grado di non far marcire nè seccare tutte le radici in dotazione alla vostra talea. Bene, sub-irrigando potreste trovare questo equilibrio. Come sempre c’è solo un modo per saperlo: provare. 

Massimo Tortorici