PLUMBAGO
Il Plumbago è una pianta in grado di crescere in maniera infinita (almeno nella stagione calda), di riempire qualsiasi spazio (se ben potato ad inizio primavera) e, come già detto, di produrre fiori di un colore davvero particolare, che gli ha fatto guadagnare il soprannome di “Gelsomino Azzurro”.
Introduzione
Fiori che possono toccare tutte le tonalità dell’azzurro, rami lunghi, verdi e aggrazziati, profumo int…ehm no! Di profumo non ce n’è, ma il colore è tutto. Non è comune, infatti, vedere una pianta che fa fiori azzurri e questo già fa del Plumbago una delle top piante fiorate da avere sul proprio balcone (o in giardino). Se poi si tiene conto del fatto che i fiori sono giganteschi e, spesso, abbondanti su tutto il periodo estivo, beh, c’è da aggiungere altro? Correte in vivaio a prenderne un esemplare o, se lo avete già preso, ammaliati dalla tonalità dei suoi fiori, godetevelo pure. Ma sappiate che anche per il Plumbago, come per tutte le altre piante con le quali ha a che fare il genere umano aspirante piantologo, è necessario conoscerne punti di forza e debolezza, per poter provare, ogni estate, quella sensazione di piacevole stupore che si è provata la prima volta che lo si è visto, pieno di fiori azzurri.
Descrizione
Cominciamo col dire che il Plumbago di cui si parlerà è l’unico vero Plumbago e cioè l’Auriculata o Capensis, in assoluto il più diffuso. Perché? Beh, perchè il Plumbago è una pianta in grado di crescere in maniera infinita (almeno nella stagione calda), di riempire qualsiasi spazio (se ben potato ad inizio primavera) e, come già detto, di produrre fiori di un colore davvero particolare, che gli ha fatto guadagnare il soprannome di “Gelsomino Azzurro”. Non è tanto il profumo, visto che non ce ne è, ma più che altro sono il portamento e il fogliame ad avvicinarlo al Gelsomino, e anche i fiori. Solo che il Gelsomino fa piccoli fiori singoli, il Plumbago ne fa 20 insieme ravvicinati! Eh sì, a guardarlo bene è sbagliato dire che un singolo grappolo azzurro sia “un” fiore di Plumbago. In realtà, quello è un vero e proprio grappolo di fiori, che fioriscono singolarmente e quasi all’unisono, formando una sorta di ombrello; un pò come avviene per il Geranio, motivo per cui alcuni chiamano il Plumbago “Geranio Azzurro” confondendo le due specie.
Condizioni ideali per tenere un Plumbago in balcone (o in giardino)
Il Plumbago deve stare in posizione soleggiata. O meglio, preferisce di gran lunga stare al sole che all’ombra. L’effetto più evidente di una esposizione povera di raggi solari è la fioritura. Non sarà mai abbondante come quella di un Plumbago che si becca 6-7 ore di sole ogni giorno. Ama molto il caldo, ed è durante la stagione estiva che esplode letteralmente, sia di foglie che di fiori. Per supportarlo al meglio, però sono necessarie altre due condizioni, oltre a caldo e sole: acqua e concime. Il Plumbago è una pianta che ha bisogno davvero di tanta acqua, ve ne accorgerete praticamente ogni giorno (quando fanno 30 gradi fissi), vedendo i rami e le foglie afflosciarsi. Per cui, se pensate di non riuscire a stargli dietro, meglio affidarsi all’irrigazione automatica! Il secondo aspetto, e cioè il concime, è altrettanto importante. Il Plumbago, come tutte le piante che producono, potenzialmente, tanti fiori su un arco temporale di diversi mesi, ha bisogno del giusto apporto nutritivo, e, nel tempo, solo l’utilizzo di un buon concime liquido ad alto tenore di Fosforo, può fornirglielo.
In inverno resiste bene, ma a patto che rimanga ben esposto al sole. A stagione invernale inoltrata, potatelo abbondantemente, vedrete che con l’inizio della primavera produrrà nuovi getti a go-go.
Infine, due parole sul portamento: il Plumbago, tecnicamente, può crescere molto bene come siepe, a patto che abbia sostegni e tralicci su cui adagiare i suoi rami. Essendoci però parecchie piante che possono ambire a fare da siepe nel vostro balcone, suggerisco di provarlo con portamento ricadente. I rami, per quanto apparentemente esili, resistono alle correnti e alla gravità, e avere un bel cespuglione verde punteggiato di azzurro che straborda dal proprio balcone, ha il suo perché.
Possibili Problemi
Di problemi il Plumbago non ne manifesta molti. Il pericolo maggiore è che possa seccare durante la stagione estiva, causa caldo e siccità, ma lì la soluzione è semplice: innaffiate, innaffiate, innaffiate! Se applicate quanto scritto nel paragrafo precedente dovreste essere a posto. Ragnetto rosso e Afidi non sono molto avvezzi ad attaccare il Plumbago, più che altro per sua conformazione con foglie e fiori piccoli che rende dispendioso, per gli uni e per gli altri, attaccarsi e succhiare (dovrebbero spostarsi ogni giorno!). Forse il parassita più comune sul Plumbago è la cocciniglia. In questo caso, qualche lavata di Olio di Neem e il gioco è fatto.
Propagazione
Il Plumbago si propaga facilmente per talea e successivo interramento direttamente in vaso. I rametti prelevati però, devono essere di 10-15 cm e non troppo giovani né troppo legnosi, ed è importante tenerli in un posto sufficientemente caldo e riparato e, possibilmente non al sole diretto. Per il resto terreno sempre leggermente umido e qualche settimana di pazienza e i vostri plumbaghini metteranno radici e cominceranno a crescere. Certo, per arrivare alla giusta dimensione l’estate non basta, ma si sa, per le cose buone c’è bisogno di tempo.
Considerazioni Finali
Il Plumbago è in assoluto una pianta fiorata da avere sul proprio balcone. È una pianta piuttosto facile da mantenere, ma il sussistere di certe condizioni e di certi accorgimenti è comunque fondamentale. Voi garantitegliele, soprattutto bagnandola quanto serve, e vedrete che anche nelle giornate più buie e grigie, vi regalerà quel tocco di azzurro di cui c’è bisogno.
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Livello Difficoltà
MEDIO
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Esposizione
Pieno Sole
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Resistenza alla Siccità
Medio-bassa
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Vulnerabilità a parassiti
Bassa
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Ritmo di Crescita
Veloce