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Breve guida per far crescere al meglio le piante da interno in estate

Scritto da Massimo Tortorici, 30 Mag 2024. Pubblicato in Caffè Tropicale.

Alcuni utili concetti per affrontare al meglio la stagione estiva e chiuderla con piante ancora più rigogliose e in salute

L’estate e alle porte o è già in atto (dipende da quando leggete questo articolo). Le nostre piante da interno si sono già risvegliate da qualche settimana, le tante ore di luce stanno alimentando a dovere la loro crescita. Che voi abbiate solo Pothos e Ficus o che siate collezioniste/i di Calathee, Alocasie o Begonie (auguri), una domanda pian piano si fa strada: resisteranno all’estate? Già, perché sebbene la stagione estiva sia piena di luce, nasconde diverse insidie e spesso la crescita delle piante che teniamo dentro non soddisfa le aspettative. Ci sono dei trucchi per riuscire a sfruttare al massimo il potenziale estivo? Certo che sì! Leggete questo articolo, fino alla fine, per saperne di più.

Dentro o fuori?

Arrivata la bella stagione, la prima domanda che dovreste porvi (se avete una zona all’aperto, tipo balcone, terrazzo, patio, etc.) è “Porto le mie piante fuori?”. La risposta è “dipende”. L’harden off, ossia il portare fuori le proprie piante per far sì che beneficino di tanta luce extra si basa su un concetto molto semplice: più luce=crescita migliore e più veloce. Assorbendo luce praticamente doppia rispetto a quanto avviene all’interno, le piante infatti fanno molta più fotosintesi, e producono quindi molta più energia utile a sviluppare fusti, foglie e, dove possibile, fiori. “E allora perché la risposta è “dipende”?” direte voi. Perchè prima di metter fuori le vostre piante dovete considerare alcuni aspetti. Approfondiamoli brevemente.

Avete un posto sufficientemente ombreggiato all’esterno?

Il sole diretto primavera-estivo può rovinare le foglie, in alcuni casi fiaccare pesantemente piante che sono abituate ad avere luce schermata. Per essere sicure/i di non traumatizzare fatalmente le vostre piante, è quindi molto importante posizionarle in posti dove arriva la prima luce del mattino o quella del tardo pomeriggio, o al massimo dove ci sia una bella tenda da sole a schermare i raggi solari nelle ore più calde. Informazione collaterale importante: le piante “da interno” vanno portate fuori quando le condizioni esterne sono ormai stabili e le temperature più o meno simili a quelle interne. Non fate che portate fuori le vostre piante ai primi caldi di marzo e poi le cestinate dopo un’ondata di freddo anomalo a fine aprile.

Sarete in grado di tenere costantemente idratate le vostre piante?

Ma certo, il caldo, voi direte. È ovvio fuori fanno 30 gradi bisognerà bagnare molto più spesso. Beh, la realtà è che il terriccio delle vostre piante si asciuga molto più rapidamente sì, ma perché la pianta assorbe molta più luce. Consuma di più, in altre parole (fa più fotosintesi). Poi certo, il caldo accelera l’evaporazione, motivo per cui è consigliabile innaffiare durante le ore più fresche della giornata. E il caldo fiacca anche alcune piante tipicamente più sensibili agli eccessi termici, come le “famigerate” Calathee. Dovrete quindi stare molto più sul pezzo, una pianta che in estate, all’interno, bagnate una volta a settimana, potrebbe aver bisogno di acqua ogni 2-3 giorni. Vietato dimenticarsi. O in alternativa, c’è una soluzione di cui parleremo a breve. Non mollate, continuate a leggere.

Siete disposte/i a vedere dei vuoti in casa?

Sembra il problema meno rilevante, ma in realtà, se le piante hanno un senso come complemento di arredo, anche questo è un tema rilevante. Se poi di piante ne avete solitamente tante e raggruppate in pochi punti della casa, beh allora diventa la vera questione. Un consiglio molto semplice? Magari potreste pensare di portare fuori solo piante che hanno sofferto più di altre in inverno, piante che hanno bisogno di recuperare foglie ed energie più rapidamente. E la luce, credetemi, è la migliore delle medicine.

Concimi, biostimolanti, o solo acqua?

Esauriti (si spera) i dubbi sul portare o non portare fuori le proprie piante da interno, passiamo al secondo macro-aspetto: il nutrimento. Domanda facile: a voi piacerebbe mangiare sempre pasta al pomodoro a pranzo e insalata/frutta per cena? Bene, se date solo acqua alle vostre piante, le farete sopravvivere sì, ma sempre con carenze più o meno gravi in termini di nutrimento. Una pianta ha bisogno di tanti diversi minerali, per poter svolgere al meglio i processi dai quali ottiene energia. L’acqua, che sia del rubinetto, micro-filtrata o minerale, ha una quantità base di elementi, ma ha bisogno di essere arricchita con tanto altro. Per questo c’è bisogno di usare un concime. In questo articolo c’è una panoramica completa sui concimi, con focus su quelli liquidi. In alternativa potreste provare a raccogliere acqua piovana, naturalmente azotata e quindi molto indicata per favorire la crescita di nuove foglie, ma forse in estate può risultare un po’ difficile. E i biostimolanti? Non trattateli come semplici integratori! Anzi, Algatron di Cifo può risultare molto utile, se somministrato prima dell’arrivo del grande caldo, o comunque prima di andare in vacanza. Leggete qui per ulteriori approfondimenti.

Conetti auto-irriganti: modalità turbo inserita

Ed eccola, quella che le donne e gli uomini di marketing chiamerebbero “killer application”, l’elemento che spariglia le carte. Un oggetto apparentemente innocuo, spesso utilizzato solo quando si va in vacanza. In realtà, i conetti auto-irriganti, comunemente chiamati “conetti” vanno considerati come dei veri e propri strumenti di irrigazione, alternativi alla combo mano-annaffiatoio. In molti casi funzionano molto meglio di quest’ultima. Il principio è semplice, inserite il conetto nel terreno, lo riempite di acqua, srotolate il tubicino e lo immergete in un contenitore pieno d’acqua; il conetto verrà costantemente alimentato di acqua, e altrettanto costantemente erogherà umidità attraverso le sue pareti in argilla. Risultato? La pianta sarà sempre idratata, patirà meno il caldo e soprattutto percepirà meno il rischio di rimanere all’asciutto. Spesso, in estate, le piante paradossalmente arrestano la propria crescita perché, nonostante la molta luce a disposizione, le temperature sono troppo elevate e ogni tanto sentono il terriccio troppo asciutto. Vanno in stand-by quindi. Con i conetti auto-irriganti Blumat questi problemi svaniscono: non solo la pianta percepirà meno pericoli, ma crescerà molto più rigogliosamente, soprattutto se parliamo di Alocasie, Anthurium, Begonie, Calathee, e tutto il mondo delle Aracee in generale. I conetti vanno in automatico, sempre e comunque, l’unica cosa che potete regolare è la quantità d’acqua erogata, la velocità, posizionando il contenitore d’acqua più in basso (più lento) o più in alto (più lento) rispetto al punto in cui il conetto si innesta nel terreno. Ne consegue che in estate potreste probabilmente usare i conetti per l’intera stagione! Ma da fine settembre in poi, quando la luce comincia a ridursi drasticamente e le piante cominciano a rallentare, bisognerà monitorare la situazione: se il terriccio comincia ad essere troppo zuppo, vuol dire che è arrivato il momento di rimuovere il conetto e conservarlo per la prossima estate.

Stroncare i parassiti sul nascere

L’estate, come abbiamo detto, è la stagione della luce e del caldo; purtroppo però è anche quella dei parassiti. Che si tratti di cocciniglia, ragnetto rosso o tripidi, tutti hanno in comune un paio di aspetti: si riproducono molto velocemente e sono in grado di vanificare tutti gli sforzi nostri e delle nostre piante nella ricerca della crescita e della rigogliosità. Le regole ferree da seguire sono due, semplici, ma spesso sottovalutate:

  • Osservate le vostre piante più volte alla settimana. Verificate se le foglie hanno il colore giusto, insospettitevi a dovere se compare qualche macchia, se qualche foglia cade o se le nuove foglie non si aprono correttamente. A volte bisogna osservare le piante da molto vicino, il ragnetto rosso non è propriamente così facile da vedere ad occhio nudo.
  • Intervenite tempestivamente; con un prodotto specifico, aggiungerei. Quando c’è un’infestazione in corso, bisogna affrontarla di petto. La velocità di riproduzione dei parassiti è inesorabilmente sostenuta e qualunque rimedio fatto in casa, per quanto teoricamente corretto, potrebbe non funzionare. Ormai sul mercato ci sono soprattutto prodotti biologici, non fatevi scrupoli ad acquistarli e ad utilizzarli con frequenza e dosaggi consigliati.

Seguite attentamente queste due regole e non dovrete passare l’inverno a rimpiangere quella pianta tanto rigogliosa che ad un certo punto ha cominciato a perdere tutte le foglie fino a morire.

Conclusioni

Insomma, l’estate può sembrare una stagione agevole per la cura delle piante da interno, ma non lo è affatto, per molti versi. O comunque, spesso ci creiamo delle aspettative che vengono disattese. Solo affrontandola con la dovuta attenzione e con i giusti prodotti, a fine settembre potrete dire: “Però, quanto sono cresciute!”

Massimo Tortorici