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Cocciniglia: come affrontarla ed eliminarla dalle piante

Di Massimo Tortorici | Pubblicato in Caffè Tropicale il 26 – Aggiornato il 16 Apr

Copertina

È capitato a tutti di vedere, ad un certo punto, dei batuffolini di cotone sulle foglie delle nostre piante, in prossimità dell’attaccatura di queste al tronco; oppure di vedere dei simpatici puntini bianchi, delle “isolette” sparse sulle foglioline di un’Echeveria o su uno dei nostri mini-cactus. Carini vero? Peccato che dopo un po’ le vostre piante e piantine con “sprazzi di bianco” cominceranno a manifestare problemi: appassimento e decadimento delle foglie, difficoltà a sviluppare nuovi germogli, generale avvizzimento…e qui mi fermo. Se siete un minimo attente/i alle vostre piante, dovreste sapere che si tratta di Cocciniglia, uno dei parassiti apparentemente meno innocui nel mondo delle piante. In realtà, essendo un parassita, non è innocuo per definizione, e quindi, come tutti i parassiti, va affrontato ed estirpato.

Cocciniglia: varietà e condizioni favorevoli

Le Cocciniglie, al pari degli Afidi, e contrariamente a quanto avviene per il Ragnetto Rosso, sono dei parassiti facili da individuare. Ci sono tre tipi principali di Cocciniglia:

  • Cocciniglia Cotonosa o Farinosa: è di costituzione “morbida”, cotonosa appunto, attacca principalmente alberi da frutto e piante da fiore. È abbastanza facile da asportare.
  • Cocciniglia Elmetto o Ceroplaste: ben più coriacea rispetto alla precedente, è così chiamata perché ha dorso protetto da uno scudo di cera. Questa caratteristica, unita alle dimensioni più contenute, la rende più difficilmente asportabile rispetto alla Cocciniglia Cotonosa. Le varietà sono diverse (Ceroplastes Sinensis, Cocciniglia del Fico, Ceroplastes Japonicus,etc.), ma l’aspetto e gli effetti sulla pianta ospite sono molto simili. La si trova in colonie molto numerose, soprattutto sulle piante grasse.
  • Cocciniglia Radicale: come suggerisce il nome, si tratta di cocciniglia che attacca le radici della pianta. Ciò rende la cocciniglia radicale la più pericolosa tra le sue simili, in quanto non ci si può accorgere della sua presenza se non svasando la pianta. Attacca quasi esclusivamente piante grasse.

Ogni pianta è attaccabile dalla Cocciniglia. In inverno potete stare relativamente tranquilli, mentre a partire dai primi caldi primaverili, tenete gli occhi aperti. È il caldo, come per molti parassiti, la condizione che facilita la proliferazione della Cocciniglia. L’assenza di pioggia poi, non fa altro che rendere la vita più facile alla cocciniglia, che in realtà, con un paio di temporali estivo, potrebbe essere quasi del tutto debellata, in  maniera naturale. La cocciniglia odia l’acqua, prolifera su superfici secche. Proprio per questo motivo la cocciniglia radicale attacca quasi esclusivamente le piante grasse: se le mantenete bene, le annaffierete solo quando il terreno è completamente asciutto ed è proprio lo scarso apporto idrico che può far attecchire e sopravvivere la cocciniglia radicale.   

I sintomi di un’infestazione da Cocciniglia

Dei sintomi si è già accennato: appassimento e decadimento delle foglie, difficoltà a sviluppare nuovi germogli, etc. La cosa buona, rispetto ad esempio al Ragnetto Rosso, è che potete accorgervi per tempo della presenza della Cocciniglia: come per gli afidi, le cocciniglie sono di dimensione (e colore) abbastanza evidenti. Nel caso della Cocciniglia Cotonosa potrete individuare facilmente un bozzolo grande quanto l’osso di una ciliegia, spesso saldo sotto una foglia, in prossimità del tronco; si tratta della madre che cova i piccoli, che usciranno dopo pochi giorni. Avvenuto ciò, saranno loro che andranno in giro, al loro stadio larvale, piatto e ovale, a colonizzare la pianta. Qualora l’ospite indesiderato sia la Cocciniglia Elmetto, vedrete tante crosticine bianche attaccate alla vostra pianta. A volte si dice la Cocciniglia sia più “buona” rispetto agli altri parassiti, perché la rovina, ma non la uccide. In realtà dipende: se la Cocciniglia è del tipo Ceroplastes (Cocciniglia Elmetto) e infesta una piccola pianta grassa, vedrete che non ci metterà molto a succhiar via la linfa della vostra amata piantina. Dimensioni della pianta attaccata e tipologia di Cocciniglia (quella Elmetto è molto più difficile da debellare), fanno la differenza tra una Cocciniglia “buona” e una “cattiva”. Discorso a parte per la cocciniglia radicale che, come già detto, non è visibile in quanto attacca le radici. L’unico sintomo che può farvi sospettare la sua presenza, è una mancata crescita della vostra succulenta nel pieno della bella stagione (primavera-estate) e un aspetto un pò troppo smunto, asciutto rispetto a quello a cui in genere quella specifica pianta vi ha abituato. Svasatela e verificate se c’è roba bianche sulle radici.

Come eliminare la Cocciniglia in tre passi

Eccoci arrivati alla sostanza. Una volta individuata la Cocciniglia, nello specifico quella Cotonosa e quella Elmetto, cosa fare? Di seguito i 3 step, i 3 passi fondamentali per riuscire ad eliminarla. Tenete conto che spesso sarà necessario ripetere l’intero ciclo più di una volta, a seconda dello stadio di avanzamento dell’infestazione, dei rimedi scelti e della vostra bravura nell’applicarli.

1. Asportare le Cocciniglie

Alcuni possono pensare di saltare questa operazione, un po’ perché, soprattutto in caso di Cocciniglie Elmetto può essere un’operazione lunga e minuziosa, un po’ perché “tanto spruzzo il prodotto anti-cocciniglia e via”. Giusto. E però, se la pianta è piccola, o se l’infestazione è circoscritta, tanto vale dedicare 15 minuti del proprio tempo, no? Se fatta bene quest’operazione, potreste addirittura saltare lo step 3, risparmiando soldini, ed evitando alla vostra pianta ulteriore stress gratuito. Per rimuovere la Cocciniglia, nel caso di quella Cotonosa, vi basteranno uno o più cotton-fioc, imbevuti di acqua o alcol etilico. Nel caso della Cocciniglia Elmetto, sempre più cotton fioc ma necessariamente imbevuti di alcol etilico, vista la maggior resistenza. Eviterei l’utilizzo di stuzzicadenti, per evitare di bucare la vostra piantina.

2. Lavare la Pianta

Questa operazione è importante per due ragioni: la prima è che rimuove la cera e la melata appiccicosa lasciata dalle Cocciniglie, migliorando la respirazione della pianta e prevenendo l’arrivo di fumaggine, un fungo che ostacola la fotosintesi sulle zone in cui si deposita; la seconda ragione per cui bisogna “lavare” la pianta è che ciò la rende più scivolosa e meno attaccabile nei giorni successivi. Si parla di giorni appunto, perchè questa operazione può essere ripetuta a distanza di poco tempo dal primo lavaggio, per prolungare la protezione. Riguardo all’argomento, avrete sicuramente letto da qualche parte dell’efficacia del sapone di marsiglia contro la Cocciniglia. In realtà, opinione personale, con i “rimedi della nonna”, ci fate ben poco; o comunque dovrete faticare parecchio per raggiungere il vostro obiettivo. Il lavaggio con preparati a base di acqua e scaglie di sapone di marsiglia vanno ripetuti più volte in una settimana, e sono efficaci solo se l’infestazione non è in stadio avanzato. In alternativa, si può usare il bicarbonato, oppure un prodotto sempre naturale, a base sì di sapone di marsiglia, ma anche di altri elementi, come Closter Sapone Molle di Potassio. Disponibile sia pronto per l’uso o da diluire in acqua, questo prodotto è 100% naturale e biodegradabile. Quindi nel caso lo dobbiate diluire, non ci sono problemi per gli organismi acquatici, qualora ne versiate il residuo nel lavandino. Soprattutto, questo prodotto può essere applicato su alberi da frutto e piante in fiore senza alcun impatto su insetti impollinatori (e su noi stessi, nel caso ci siano frutti pronti ad essere raccolti).

3. Applicare un prodotto Anti-Cocciniglia

Lo step finale è sempre raccomandato. Più che altro per non dover ricominciare da capo due settimane dopo il lavaggio. È possibile scegliere tra prodotti più o meno naturali. Tra quelli naturali il più efficace è l’Olio di Neem, un estratto utile sia come antiparassitario, sia come rafforzatore della fotosintesi. Altro prodotto naturale molto valido è l’Olio di Lino, che però agisce in maniera diversa e meno efficace rispetto all’Olio di Neem. Quest’ultimo infatti è “translaminare” e cioè è in grado di essere assorbito totalmente dalla lamina fogliare. Non dovete quindi spruzzarlo necessariamente addosso alla cocciniglia. L’Olio di Lino invece non ha questa proprietà e, agendo per contatto, deve necessariamente andare a colpire la cocciniglia, per poter esercitare la sua azione soffocante. Tra i prodotti chimici, per la Cocciniglia, funzionano anche quelli “Universali”. Ottima notizia, considerato che, nel corso della stagione calda, le vostre piante potrebbero essere attaccate da altri parassiti. Di seguito un paio di suggerimenti:

Closter Olio di Neem: prodotto dalla stessa azienda produttrice del Sapone Lava Melata citato in precedenza, è ideale da utilizzare in combinazione con quest’ultimo. Per questo motivo è possibile acquistare i due prodotti anche in una pratica confezione combo. In caso optiate per l’Olio di Neem dovrete ripetere il trattamento ogni settimana. Mediamente dopo 3-4 trattamenti, il problema è risolto, ma dipende dal livello di gravità dell’infestazione.

CIFO Stop Cocciniglie – Olio di Lino: come detto, alternativo all’olio di neem questa di CIFO è una soluzione di qualità e molto pratica, dal momento che la miscela è già pronta. Per quanto riguarda frequenza e numero di trattamenti, non cambia nulla rispetto all’olio di neem.

KB BioPolysect: utilizzabile anche contro Ragnetto Rosso, Acari e Mosca Bianca, questo prodotto  a base di olio di colza è un passepartout per la salute delle vostre piante.

Perchè è meglio non usare l’Olio Bianco

Un’ultima cosa sui possibili prodotti da impiegare: tra questi non ho citato l’Olio Bianco, di cui forse avrete sentito parlare. Non mi sento di consigliarlo per un semplice motivo: l’olio bianco agisce per soffocamento sulla cocciniglia, costituendo una patina sulla superficie della pianta. Il guaio è che, ricoprendo la pianta, rende molto più difficoltosa la respirazione dei tessuti e, soprattutto in estate (che è il periodo in cui la cocciniglia prolifera), questo potrebbe essere un problema. Col caldo e le tante ore di luce, le piante “respirano” molto di più, sono molto più attive; andare ad impiegare un prodotto che incide su uno dei loro processi vitali, non è proprio il massimo.  

E la cocciniglia radicale?

Non mi sono dimenticato di lei, la più insidiosa tra le cocciniglie, la cocciniglia radicale. È chiaro che i metodi sopra descritti non possono essere applicati a questo tipo di cocciniglia, purtroppo. O meglio i concetti restano gli stessi, il lavaggio delle parti attaccate e la rimozione dei parassiti, ma trattandosi di radici, una parte davvero delicata della pianta, non mi sento di suggerire l’impiego di prodotti specifici. A parte il sapone di marsiglia! Già, in questo caso può aver senso usarlo. Più nel dettaglio, quello che dovrete fare è certamente la sostituzione completa del substrato di coltivazione. Prima però dovrete procedere al lavaggio delle radici. Aiutatevi con un pennellino imbevuto costantemente in una soluzione ben amalgamata di acqua e sapone di marsiglia (circa 10-15 grammi per mezzo litro d’acqua). Fate un lavoro minuzioso, le radici devono essere belle pulite, senza un granello di cocciniglia, e di terra. Una volta pulite, lasciate la pianta asciugare per qualche giorno e rimettetela poi a dimora, in terriccio nuovo, somministrando acqua. Il problema non dovrebbe più ripresentarsi.

Considerazioni Finali

La Cocciniglia, per quanto più semplice da trattare rispetto ad altri ospiti indesiderati, è pur sempre un parassita e come tale va affrontato. Non esistono metodi per prevenirne la comparsa, ma essendo molto facilmente individuabile, una cosa la potete fare: ogni anno, tra febbraio e marzo, al cambiare delle temperature, esaminate spesso le vostre piantine; in estate se avete dubbi su qualche pianta grassa, svasatela senza esitare. Al primo accenno di puntini o batuffolini bianchi, via al lavaggio!