Grow Lights: come scegliere quelle giuste
Di Massimo Tortorici | Pubblicato in Caffè Tropicale il 14 – Aggiornato il 12 Set
Piccola guida per capire meglio cosa sono le grow lights, quando utilizzarle e quali parametri guardare per scegliere quelle giuste.
Quante volte, dopo un’estate in cui le vostre Alocasia sono esplose di tante nuove foglie, vi siete ritrovate/i a piangere ogni singola foglia che ingialliva e veniva giù. Quante volte avete maledetto voi stesse/i per aver innaffiato senza attenzione la vostra Monstera, causando quelle orribili macchie marroni sulle foglie costruite con tanta pazienza? O anche solo quanto avete lottato contro la depressione provocata dal vedere le vostre piante super-attive andare in riposo vegetativo per mesi interi? Questo articolo è per voi! Parleremo delle ormai famosissime “Grow Lights”, spiegheremo perché queste sono il miglior alleato per trascorrere un inverno sereno insieme alle nostre piante coltivate indoor, e soprattutto, capiremo quali aspetti considerare prima di procedere ad un eventuale acquisto.
Perchè acquistare una o più grow lights
Prima di addentrarci negli aspetti tecnici utili per comprendere come funzionano le grow lights, cerchiamo di capire in quali casi queste possono essere utili.
Le grow lights altro non sono che “simulatori del sole” o meglio, fonti di luce artificiale che simulano perfettamente quella naturale. Possono quindi essere utili in due diverse situazioni:
- avete un angolo di casa abbastanza buio e volete comunque collocarci una pianta che secondo voi ci sta da Dio (le piante finte non sono una possibilità accettabile)
- il drastico e inesorabile calo invernale delle ore di luce naturale (e dell’intensità di questa luce) vi terrorizza o semplicemente vi siete stufati di vedere le mie piante ferme per mesi e mesi.
In entrambi i casi le grow lights possono fare al vostro caso. Vediamo quindi cosa sono, come utilizzarle al meglio e quali fattori considerare prima dell’acquisto.
Non semplici lampade a led
E già. Se pensate che le Grow Lights siano semplici lampade al led, magari più potenti delle solite, vi sbagliate. Se pensate anche che una grow light debba essere necessariamente blu o violetta o rossa, anche qui siete fuori strada. Le Grow Lights sono, traducendo in italiano, “luci artificiali per (la crescita delle) piante”. Ciò che le rende speciali e diverse rispetto alle classiche lampadine a led, è la frequenza emessa. Una frequenza specifica, che spazia dai 400 agli 800 nano-metri (Nm) che non fa altro che simulare la luce solare. Impiegate da anni per coltivazione indoor a scopi professionali, negli ultimi anni le grow lights hanno subito diverse evoluzioni, diventando di recente un articolo estremamente interessante anche per i semplici hobbysti/plantlovers. L’innovazione principale consiste nell’impiego di luce bianca, o meglio, luce che dal nostro occhio viene percepita come bianca. Queste grow lights evolute vengono chiamate “Luci a spettro completo” e sono quelle su cui ci concentreremo in questo articolo.
Quante ore al giorno vanno utilizzate?
Arrivati a questo punto, vi è chiaro che le Grow Lights possono aggiungersi o, nei casi più estremi, sostituirsi alla luce naturale. L’unica regola aurea da seguire, per capire quando e per quante ore tenerle accese, è quella delle ore minime e massime di luce presenti dal 21 marzo al 21 settembre. Detto in altri termini, si va da un minimo di 12 ore, ad un massimo di 16 ore di luce al giorno. Nella stagione buona, è sempre meglio cercare di seguire il più possibile il naturale ritmo giorno/notte. Questo perché, per quanto buio possa essere un angolo, un po’ di luce arriverà sempre, ed è quindi meglio non scombussolare le vostre piante dando loro poca luce di giorno e luce forte (da grow light) durante la notte. Anche le nostre piante hanno bisogno di dormire per qualche ora!
Quindi, in primavera terrete accese le vostre grow light 12-13 ore al giorno, in estate 15-16. E dopo il 21 settembre? Beh, in autunno e in inverno, potete tararvi sulle 12 ore, come se foste all’equatore. Dopo tutto, la stra-grande maggioranza delle piante che abbiamo in casa vivono in natura nelle fasce tropicali ed equatoriale. 12 ore di luce sono più che sufficienti per far star bene le nostre piante e farle continuare a produrre tante belle foglie ad un ritmo discreto.
E la bolletta?
Potete dormire sonni tranquilli. Le Grow Lights in commercio si basano su tecnologia LED, quindi consumano davvero poco. Per capire quanto l’uso giornaliero può pesare sulla bolletta della luce possiamo fare un veloce e semplice esercizio.
Supponiamo di avere in casa grow lights per una potenza complessiva di 40W (in media la potenza che occorre per “foraggiare” di luce una zona di casa dove raggruppare ipoteticamente un po’ di piante). Il consumo al mese, ipotizzando di tenerle accese 12 ore al giorno, tutti i giorni è di:
Consumo mensile = (Watt x Ore / 1000) x 30
Quindi, nel nostro caso:
Consumo mensile = (40W x 12h / 1000) x 30=14,4 kW/h
Assumendo che abbiate un contratto di fornitura energia elettrica con prezzo variabile, considerato che il prezzo medio dell’energia da gennaio a novembre 2023 è di circa 0,15€/kW/h, le nostre ipotetiche grow lights peserebbero sulla bolletta mensile per circa: 0,15 x 14,4= 2,16€ (+tasse).
Non proprio un salasso.
Quali parametri considerare per la scelta delle giuste grow lights?
La prima caratteristica fondamentale che deve avere una grow light, lo avrete capito, è che sia “a spettro completo”. Quindi NO luci rosse, blu, viola; luce bianca va benissimo, illumina le piante di un colore gradevole e non infastidisce i nostri poveri occhi.
Il parametro principe, da verificare per capire qual è l’efficacia di una grow light, vale a dire quanto questa avrà il potere di far vivere e crescere sane le mie piante, è però uno solo: il PPFD. Acronimo di “Photosynthetic Photon Flux Density, il PPFD descrive la densità di fotoni utili alla fotosintesi che la grow light è in grado di fornire in un determinato istante su 1 metro quadro di superficie.
Molto semplicemente, più alto è questo numero, più la nostra grow light è potente.
ATTENZIONE: per confrontare grow light diverse, è importante verificare su quale distanza è espresso il PPFD: la potenza della grow light varia, naturalmente, in base alla distanza dalla pianta.
Facendo un esempio concreto, SANSI (di cui parleremo tra poco) esprime in chiaro un PPFD rapportato ad 1 “feet”, vale a dire circa 30 cm di distanza. Elho, altro marchio, esprime il suo PPFD rapportato su una distanza di 10 cm. Quindi se vogliamo confrontare i PPFD di una grow light SANSI con quelli di una grow Light ELHO, dobbiamo almeno moltiplicare per 3 il PPFD di SANSI. Man mano che riduciamo la distanza della lampada dalla pianta, infatti, il PPFD aumenta esponenzialmente (tenetelo a mente quando posizionate le vostre grow lights).
Altri fattori da considerare poi sono, sicuramente la qualità e affidabilità del marchio, il prezzo (ovviamente) e il design. Ora, ci sono lampade per tutti i gusti e di ogni prezzo, ma l’affidabilità di un marchio la potete sicuramente percepire dal fatto che l’informazione relativa al PPFD sia dichiarata in maniera trasparente. Un produttore di grow light che non fornisce in maniera chiara questo parametro non è un produttore affidabile, o comunque ha deciso di non puntare sul PPFD come elemento di forza da comunicare per il proprio prodotto.
Alcuni consigli
Quando si parla di grow light, il marchio migliore in assoluto è SANSI. Azienda cinese fondata nel 1993, è leader in questo settore. Forse sul design possono migliorare, ma in termini di qualità, funzionalità e convenienza, non hanno eguali. Riportiamo un po’ di opzioni:
- SANSI doppia a collo di cigno 20W: questa pratica grow light con bracci flessibili e orientabili, ciascuno con un bulbo da 10W è la soluzione ottimale per chi vuole illuminare dall’alto un gruppo di piante, senza comprare pezzi extra. L’unico aspetto da considerare è a cosa fissarla tramite la grande clip. PPFD: (distanza 30 cm) 195,82 mmol/s/㎡.
- SANSI doppia per scaffali 10W: evoluzione della precedente, è la soluzione studiata per essere ancorata sulle pareti di scaffali e librerie, preservando l’aspetto estetico. Potenza più che dimezzata per la coppia di faretti, ma d’altra parte, per come sono fatti, capita spesso di posizionarli molto vicino alle piante da “trattare”. PPFD: (distanza 30cm) 48,98 mmol/s/㎡.
- SANSI per vaso con timer integrato 10W: questa pratica ed elegante lampada con braccio e clip studiati per agganci ottimali a vasi di dimensioni medie e piccole, è perfetta per tutti i casi in cui non ci sia un appiglio (come invece nel caso dei due prodotti precedenti). PPFD: (distanza 15cm) 169,7 mmol/s/㎡.
Per tutti e tre i prodotti esistono modelli senza e con timer (questi ultimi costano un po’ di più). Se volete collegare più grow lights, il suggerimento è di prendere modelli senza timer incorporato, collegandoli tramite ciabatta ad un unico temporizzatore manuale, come ad esempio questo.
Queste sono soluzioni “chiavi in mano”, ma se non vi piacciono esteticamente e volete qualcosa di diverso, potete sempre montare i faretti SANSI su un supporto a vostro piacimento. Ad esempio, se volete usare una piantana grande che illumini un intero scaffale, potete sceglierne una qualunque (con attacco E27) di vostro gusto e montarci sopra un faretto bello potente, che funzioni bene anche se tenuto ad una certa distanza, come il SANSI LED 36W. PPFD: (distanza 30cm 265,58 mmol/s/㎡.
Esistono poi numerosi brand, ma spesso e volentieri il costo è superiore e la resa decisamente inferiore, posto un PPFD basso. Vale la pena citare un prodotto di Elho, ELHO Light Garden. Studiato per la coltivazione di erbe aromatiche o comunque piante di altezza/larghezza contenute, questo prodotto di indiscusso valore estetico risulta molto comodo anche per la bagnatura delle piante per sub-irrigazione, grazie al comodo piattino integrato. La potenza, dicevamo, è bassina: PPFD (distanza 10cm) è di 120mmol/s/㎡, ma per come è fatto il prodotto è facile sfruttarla tutta, vista la distanza minima dalle piante “trattate”.
Considerazioni Finali
Insomma, come spesso accade nel fantastico mondo delle piante da interno, anche per le grow lights, in giro è pieno di insidie e di falsi miti, a volte anche a causa di influencer o “esperti” che raccomandano prodotti apparentemente infallibili. L’auspicio è che con questo articolo abbiate ora le idee più chiare su perché usare delle grow lights e su come scegliere quelle giuste. Ora andate, e growlightizzatevi tutti/e!