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Ragnetto Rosso: come riconoscere e affrontare un’infestazione

Di Massimo Tortorici | Pubblicato in Caffè Tropicale il 15 – Aggiornato il 10 Apr

Copertina

Il ragnetto rosso ama succhiare linfa alle nostre piante quando fa caldo o comunque quando c’è molta poca umidità. Questo gli permette di attaccarsi facilmente alle sue foglie preferite e di rimanerci nudo e crudo a banchettare giorni e giorni.

Siete sedute/i sul vostro divano, in salotto o in terrazzo e d’un tratto vedete cadere una foglia della vostra Plumeria o Frangipane. Se siamo in autunno penserete “è normale, con l’arrivo del freddo perdono le foglie”. Già, ma che succede se questo avviene in piena estate? Vi avvicinate e notate che la foglia è ingiallita e semi-accartocciata sui bordi, le venature sono necrotizzate. Di chi è la colpa? Un nemico invisibile, subdolo, di dimensioni impercettibili, si annida nella pagina inferiore di quella e, probabilmente, di tante altre foglie della vostra pianta: stiamo parlando del Ragnetto Rosso, uno dei parassiti più temuto in dalla primavera inoltrata all’autunno, forse l’unico realmente in grado di attaccare anche le piante tenute dentro casa. In questo articolo proverò a darvi qualche dritta per riconoscerlo e, quindi, combatterlo.

Ragnetto Rosso: descrizione, condizioni e piante preferite

Il ragnetto rosso è un parassita fitofago succhiatore di linfa. Già questo vi fa capire che non è un ragno vero e proprio, con il quale condivide l’aspetto esteriore e il fatto che sia in grado di produrre ragnatele. No, care/i mie/miei, questo maledetto è una vera e propria calamità per le vostre piante! Non tutte però. Riesce facilmente ad attaccarsi a piante le cui foglie sono sufficientemente sottili, ma grandi e succose al tempo stesso. Quindi, per fare qualche esempio: oltre alla Plumeria (o Pomelia, se siete siciliane/i), anche tante altre come Anthurium, Maranta Leuconeura, Stella di NataleAlocasia Polly e molti altri tipi di Alocasia, molte varietà di Philodendron, Ficus Lyrata, giusto per citarne alcuni. Anche gli ortaggi vengono spesso attaccati. Ok, direte, ma gli va bene qualsiasi micro-clima? Qualsiasi no, ma un tipo di micro-clima facilmente riscontrabile nelle nostre case o nei nostri terrazzi, sì: il caldo secco. Il ragnetto rosso ama succhiare linfa alle nostre piante quando fa caldo o comunque quando c’è molta poca umidità. Questo gli permette di attaccarsi facilmente alle sue foglie preferite e di rimanerci nudo e crudo a banchettare giorni e giorni.

I sintomi di un’infestazione da ragnetto rosso

Delle foglie abbiamo già detto. Purtroppo ci si accorge del misfatto quando cominciano ad ingiallire e cadere rapidamente, nel giro di pochi giorni. Per molte piante però ciò può accadere anche per altre cause, come eccesso idrico o, viceversa eccessiva siccità, o ancora per altri attacchi parassitari. In caso vogliate capire se dipenda dalla presenza di ragnetto rosso, vi basterà fare le seguenti verifiche:

  • macchiette gialle diffuse sulle foglie e crescita nuove foglie bloccata
  • foglie arricciate sui lati e appiccicose al tatto
  • presenza di gruppi di piccoli puntini bianchi sulla pagina superiore della foglia
  • presenza di minuscole ragnatele sulla pagina inferiore delle foglie, soprattutto in prossimità della nervatura centrale

Questi ultimi due sono i sintomi più tipici, che non lasciano dubbi. Si tratta di ragnetto rosso (o di qualche altro acaro “cattivo”). Se pensate di vederli camminare gioiosi, vi sbagliate. Non sono grandi come gli afidi, questi si vedono solo con una buona lente di ingrandimento. Ve l’ho detto che sono subdoli!

Il ciclo di vita del ragnetto rosso e gli acari buoni

Il ragnetto rosso lo abbiamo definito “parassita fitofago succhiatore di linfa”, giusto per spiegare in poche parole cosa è e cosa fa. Di fatti, appartiene alla famiglia degli acari. Cosa vuol dire questo? Oltre alla dimensione microscopica, che ne rende difficile l’individuazione, c’è un problema di riproduzione. Già, purtroppo devo dirvi che il ragnetto rosso si riproduce ad una velocità importante. Non si tratta però solo di numeri di uova (ogni femmina in media depone fino a 50 uova), né di velocità di schiusa (15 giorni), ma anche di frequenza. Nelle giuste condizioni di caldo secco e prolungato, il ragnetto rosso può riprodursi più e più volte, fino a quando non arriva la pausa autunno-invernale. Quando le temperature scendono, le uova rimangono per così dire “in stand-by” per poi schiudersi a primavera inoltrata quando comincia a fare caldo. E quindi? O riuscite ad azzerarlo completamente, esemplari adulti, larve e uova, oppure ve lo ritroverete sulla stessa pianta ad ogni primavera.
Per fortuna gli acari non sono tutti così. Anzi, addirittura ce n’è uno che adora cibarsi del ragnetto rosso! Si chiama Phytoseiulus Persimilis, ma gli addetti ai lavori li chiamano anche Acari Fitoseidi. Ne parleremo tra pochissimo.

Come prevenire l’arrivo del ragnetto rosso

Arrivati a questo punto, se siete state/i attente/i, sapete già cosa fare per prevenire un’infestazione da ragnetto rosso. Sì, quella cosa che fate ogni tanto, a volte un pò annoiate/i, che vi fa venire i crampi al polso: nebulizzare, spruzzare, chiamatelo come vi pare; l’importante è che l’umidità sia sempre bella alta. Se volete impedire al ragnetto rosso di attaccarsi e banchettare sulle vostre piante preferite, dovete nebulizzare acqua a più non posso! Maggiore è la  temperatura attorno alla vostra pianta, più spesso vi toccherà fare questo lavoro, ogni 2 giorni magari, e nelle ore più fresche. Non c’è alternativa. Se volete rafforzare le difese immunitarie della vostra pianta, ogni tanto potete approfittarne per nebulizzare anche un prodotto naturale come la Propoli. Questo prodotto risulta molto utile se usato  quando la pianta è o è stata particolarmente stressata da eventi quali potature, correnti d’aria o, appunto siccità e clima secco. Inoltre, nebulizzare continuamente la pianta con acqua ha una contro-indicazione: l’insorgere di malattie fungine. Utilizzando ogni tanto un prodotto a base di propoli, terrete lontano questo spettro.

Come combattere un’infestazione da ragnetto rosso

Se vi accorgete di un’infestazione attraverso i sintomi descritti prima, c’è poco da fare, vi serve una terapia d’urto! Dei teorici rimedi eco-friendly vi parlo nel prossimo paragrafo. Per quanto riguarda l’impiego di prodotti pronti all’uso, purtroppo (o per fortuna) quelli chimici stanno diventando sempre più difficili da reperire sul mercato. Uno dei prodotti che ha “fatto la storia” della lotta al ragnetto rosso, è stato senz’altro PROTECT GARDEN Acaricida Borneo, una soluzione che, mischiata in piccole dosi ad acqua e nebulizzata sulle foglie, è in grado di “sterminare” le forme giovanili, quindi piccoli e uova.

Tornando però sui prodotti di origine naturale, ne citiamo giusto un paio utili alla causa:

KB Insetticida Acaricida: azienda attiva da oltre 30 anni nel settore giardinaggio, la KB produce questo composto già pronto all’uso con comoda bottiglia spray. L’elemento acaricida contenuto in questo composto è l’Olio di Colza che, come anche altri olii vegetali, “disturba” acari e ragnetti andando a stendere sulla foglia un velo che impedisce o comunque rende difficile la respirazione appunto agli insetti fitofagi. Da utilizzare a cadenza regolare fino alla scomparsa del problema, ogni 5-10 giorni, a seconda della gravità dell’infestazione.

Estratto di Ortica: Diverse le soluzioni disponibili sul mercato, da diluire o già pronte all’uso. L’estratto naturale di ortica agisce sull’acaro/ragnetto in maniera diversa rispetto ad un olio vegetale: va infatti ad esercitare un’azione urticante, rendendo quindi la superficie fogliare semplicemente inospitale per il ragnetto. Anche questo prodotto va utilizzato a cadenza regolare fino alla scomparsa del problema, ogni 7-10 giorni, a seconda della gravità dell’infestazione. Plus ulteriore, l’estratto di ortica è anche un’ottima arma naturale contro afidi e altri fastidiosi parassiti.

Rimedi super naturali contro il ragnetto rosso

Come detto in precedenza, i rimedi naturali per sconfiggere il ragnetto rosso ci sarebbero…il problema è che sono attuabili solo in teoria, almeno nel caso vogliate trattare una o più delle vostre piante ornamentali che tenete in casa o in balcone. Mi spiego. Parliamo di creature in grado di far fuori i ragnetti cibandosene, siano essi ragnetti adulti, larve, o uova. Nello specifico, stiamo parlando della coccinella e del già citato Phytoseiulus Persimilis. Per quanto riguarda la prima, potete pure prenderle le coccinelline, si trovano in commercio. Il problema è farle restare lì ferme sulla vostra pianta (che mi auguro mettiate fuori), a scovare tutti i ragnetti rossi possibili. Il rischio è che, essendo le coccinelle munite di ali, vadano da altre parti a cercare cibo più sostanzioso e abbondante. E non le vendono con il guinzaglio, eh! Quindi, il rimedio “coccinelle” consigliato anche per eliminare gli afidi, va bene, ma solo se avete un piccolo orto, o meglio ancora una porzione di campo coltivato, attaccato da parassiti. Parlando invece di Phytoseiulus Persimilis, ovvero l’ “acaro buono”, ci sono vari produttori che li vendono, in confezioni più o meno pratiche. Ve ne consiglio uno in particolare:
Biotop – acari Phytoseiulus: Venduto in confezioni da 500 acari, viene prodotto su richiesta. Gli acari vengono venduti vivi, devono arrivare vivi, ed essere impiegati sulla pianta altrettanto vivi. Questo vuol dire che, una volta arrivata la confezione, dovete aprirla nel minor tempo possibile e utilizzarla tutta. Dando un’occhiata alle dosi raccomandate, però, si fa presto a capire che anche questo prodotto, come le coccinelle, è ottimo in caso di infestazione su metri quadrati di terreno e non su una o due piante da interno. Poi, certo, nulla vi vieta di comprare 500 acari ed impiegarne una cinquantina. Però è un bello spreco buttarne via il 90% no?

Evitare il ritorno del ragnetto rosso

La sfida non è eliminare il ragnetto rosso al primo attacco. La vera sfida è azzerarlo o comunque fare in modo che non ricompaia più sulla pianta trattata. Già, perchè, sulla base di quanto detto, ogni volta che fate fuori una colonia di ragnetti, è molto probabile che questi abbiano già deposto le uova, in grado di sopravvivere ad eventuali trattamenti. E allora che fare? Durante l’estate nebulizzare quotidianamente il fogliame delle piante attaccate e momentaneamente curate, sarebbe sufficiente, per evitare la schiusa delle uova, ma è veramente improbabile che voi riusciate a farlo tutti i giorni. Per cui la soluzione è una sola: trattare la pianta ai primissimi sintomi di ricomparsa del ragnetto rosso. Non bisogna cioè dargli la possibilità di riprodursi, Fatto ciò, potete star tranquille/i. Certo non è facile, ma se siete in piena estate, vi basterà osservare la vostra pianta “curata” a distanza di 3-4 settimane dall’apparente scomparsa del ragnetto rosso. Se invece siete in primavera, tenete d’occhio le temperature: quando si comincerà ad andare sopra i 25 gradi aguzzate la vista e tenetevi pronte/i. Se riuscirete a debellare per sempre un’infestazione da ragnetto rosso su una delle vostre piante, nulla potrà più spaventarvi!